La Costituzione repubblicana forse non è un totem e sicuramente non lo è il Presidente Tondo, anche se ha la faccia di bronzo. Dovrebbe spiegare un po’ meglio cosa intende, quando propone di cambiare l’art. 36 della Carta costituzionale:
“Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge. Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi.”
Fine della citazione.
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Nell’affermare che “abbiamo un esempio lampante di come la costituzione economica sia confliggente con la realtà sociale”, non si capisce se sia intenzionato a fare tutto il possibile per migliorare la realtà sociale o se pensa che sia più semplice far corrispondere il dettato costituzionale alla realtà, con una modifica che preveda costituzionalmente l’abolizione dei diritti.
Bell’esempio di real politik e di come Tondo riesca a vivere con grande serenità le proprie contraddizioni, quelle più recenti (revoca la delega ad un assessore perché ligio al suo ruolo di “uomo di partito”, diserta il vertice di maggioranza per “bacchettare i segretari di partito”), ma soprattutto molto di quanto dichiarato e scritto in campagna elettorale. Alla faccia dei lavoratori, ci verrebbe da dire.
Trieste, 15.06.2010
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE
Presidente gruppo consiliare La Sinistra L’Arcobaleno