TAV, rigassificatore e centrale a biomasse: 3 proposte che violentano il territorio.

La Federazione della Sinistra, con questa conferenza stampa, intende chiarire le proprie posizioni su questi interventi pesanti che alcuni vorrebbero imporre alla città.


TAV

La linea ferroviaria TAV-TAC, secondo le indicazioni di Trenitalia, interesserebbe ampie parti delle aree naturali sul Carso e di gran parte della città, con conseguenti rischi idrogeologici, di frane, di reperimento e distruzione di cavità naturali, di modifica della percezione del paesaggio, cioè degli aspetti visibili e vivibili dell’ambiente, che tanto contribuiscono al senso di comunità delle persone. Sul Carso si tratta prevalentemente di aree SIC e ZPS, tutelate quindi da direttive europee che sembrano non avere più alcuna valenza quando si tratta di “interessi superiori”.

Tutto ciò in totale assenza di documentazione dedicata all’analisi dei costi-benefici, cioè di cosa e quanto, ipoteticamente, si andrebbe a guadagnare e cosa si andrebbe a perdere..

Se si lavorasse in casa propria in questo modo si finirebbe in fallimento immediatamente ; perché invece Lo Stato può farlo? Perché non si pensa a migliorare l’uso di ciò che esiste già ed è decisamente sotto utilizzato (la stessa Trenitalia dice che l’utilizzo dell’esistente si ferma al 20-25% delle capacità)? Perché non si studia come creare sinergie e non antagonismi con le strutture ferroviarie esistenti a meno di un chilometro e che corrono parallele in Slovenia? Perché, infine, ci si intestardisce su linee in galleria, altamente costose, pericolose e di difficile realizzazione? Quale è il bacino di utenza che si può raggiungere e come indirizzarlo verso le ferrovie? I dati europei più recenti registrano cali notevoli dei volumi di traffico di merci su rotaia e gli studi specialistici affermano non si tratti di un fenomeno temporaneo.

Sono domande alle quali nessuno ha risposto, e che noi continuiamo e continueremo a porre.


Il rigassificatore.

Esiste un piano energetico nazionale e regionale, che supporti la necessità di una nuova struttura del genere? Perché scegliere Trieste, con le sue criticità date dal golfo stretto, dallo scarso ricambio d’acqua, dalla vicinanza col confine e con un altro porto che usa gli stessi canali di avvicinamento, in una zona densamente abitata, che in caso di incidente anche lieve sarebbe certamente coinvolta, con altre industrie ad alto rischio e con fiamme libere a poche centinaia di metri?

Trieste ha già dato, nel tempo, molto del suo territorio; sottratto e mai restituito (Aquila, Siot, i siti inquinati, ecc.). Oggi, in una provincia piccolissima convivono già troppe attività “dismesse” o in fase di possibile dismissione (Ferriera), che occupano dei terreni impraticabili e devastati da strutture il cui smaltimento richiede tecniche e interventi speciali onerosissimi, non abbiamo bisogno di altre strutture impattanti, e, soprattutto, non riusciamo a capire la logica dell’insistenza su strutture ormai anche tecnicamente obsolete, alle quali esistono già oggi alternative più efficaci, economicamente più efficienti, meno costose e più sicure, già presentate pubblicamente in alcune sedi istituzionali.


Centrale a Biomasse.

A parte la mancanza del piano energetico già citato, altro intervento che rischia di essere devastante, e contro il quale ci esprimiamo, è la prevista centrale elettrica ad olio vegetale di Opicina. Questa rischia di essere una fonte di inquinamento non solo nell’area triestina, con movimento di camion cisterna, di vagoni ecc. per portare il combustibile, non solo con il deposito fisso dei bidoni sul territorio (che costituiscono un punto di rischio per incendio e anche in caso di temporale) ma anche nei territori di produzione dell’olio. Infatti sottrarre terreno nel terzo mondo alla coltivazione di prodotti alimentari per destinarlo alla produzione di materiali energetici da sfruttare nel mondo avanzato, è solo una forma di elevato sfruttamento dei paesi poveri a vantaggio del cosiddetto mondo sviluppato.

Inoltre tutte queste attività, TAV, rigassificatore, e centrale elettrica comportano un bassissimo livello di incremento occupazionale, poche decine di persone a fronte di un alto consumo territoriale, con probabili ricadute negative sulle attività agricole e turistiche, che potrebbero trovarsi nella condizione di chiudere, causando perdite occupazionali più alte rispetto alle assunzioni previste dai progetti di cui sopra .

Quindi il nostro triplice NO è motivato dalle seguenti considerazioni :
-economiche; sono insediamenti che gravano sulle casse pubbliche in quanto lo Stato garantisce la TAV con copertura finanziaria integrale; il rigassificatore con un ingente contributo pubblico, anche in assenza di attività e probabilmente anche la centrale fruirà di contributi pubblici.
-ambientali; sono attività ad alto impatto e consumo di territorio e di fruibilità del mare, sottratti ad altre attività quali: turismo, agricoltura e industria (i nuovi insediamenti dovranno tener conto dell’esistenza delle due strutture e dei vincoli che comporterebbe la loro esistenza).
-Tre NO per un ambiente e una produzione industriale sostenibili ed integrati alla presenza scientifica, universitaria e di ricerca che trovano nella nostra città un alto livello di specializzazione riconosciuto ed apprezzato a livello internazionale.


I RAPPRESENTANTI DELLA FEDERAZIONE DELLA SINISTRA – ZVEZE LEVICE

Comune di Trieste-Trst
Furlanič Iztok
Andolina Marino

CIRCOSCRIZIONI
I Cattaruzza Roberto
Košuta Mitja
III Geri Paolo
IV Deliso Gino
V Sibelia Cluadio
VI Behrens Peter
VII Zaccai Claudio

Comune di Duino Aurisina-Devin Nabrežina
Kobau Tatjana
Legiša Elena

Comune di Muggia-Milje
Coslovich Maurizio

Comune di San Dorligo della Valle-Dolina
Ota Igor
Tatjana Turco

Comune di Sgonico-Zgonik
Sossi Jan

Provincia di Trieste-Trst
Legiša Elena

Consiglio regionale FVG
Kocijančič Igor