Il PCI sul raduno razzista a Trieste e le scelte regionali

Esaltare il fascismo, mostrarne simboli e rituali, compiendo azioni e istigando ad attuare comportamenti razzisti, è reato previsto nel testo della legge Scelba del 1952 e della legge Mancino del 1993. Nulla risulta di comportamenti delle forze dell’ordine, presenti in forze nella piazza, tesi ad identificare, per una successiva denuncia, gli autori di tali comportamenti, che si sono protratti per tutta la durata dell’azione reazionaria. Mentre accurata è stata l’attività di identificazione delle persone che protestavano contro il manipolo di provocatori. Permane il dubbio che la benevolenza dei rappresentanti dell’autorità istituzionale, nei confronti delle sempre più frequenti azioni simili a quella degli scherani di Son Giusto, in tutta Italia, tentino di deviare la riflessione delle cittadine e dei cittadini sulle colpe dei governanti attuali e degli ultimi trent’anni, riguardo lo stato disastroso della sanità, del trasporto pubblico, degli edifici scolastici, il degrado sempre più rapido della convivenza civile. Usare la violenza contro l’attuazione dei principi di solidarietà verso i più bisognosi, trasformando le vittime delle guerre e dello sfruttamento economico in colpevoli delle difficoltà dei cittadini e cittadine italiane, e non venirne impediti, segnala una grave carenza di comprensione dei doveri civili. La Federazione di Trieste del Partito Comunista Italiano, afferma che è evidente che l’attuale Prefetto e l’attuale Questore di Trieste non sono in grado di garantire il rispetto della Costituzione e delle leggi da essa derivate.

Paolo Iacchia, segretario della Federazione di Trieste del Partito Comunista Italiano

Di seguito una dichiarazione del sgeretario regionale del PCI avv.Ottavio Romano

È veramente vergognoso che le Regioni (e la nostra è in prima fila) chiedano al Governo di tenere aperti bar e ristoranti e contemporaneamente vogliano chiudere le scuole. Il tutto senza avere fatto nulla per rinforzare il trasporto pubblico locale. E nemmeno adesso ne hanno la minima intenzione. Molto più facile chiudere le scuole. E il Governo non ha il coraggio di imporsi. Il risultato è che le fabbriche restano aperte ma le scuole superiori chiudono. Prima il Capitale è lo slogan.