Perché la rivoluzione cubana da tanto fastidio agli USA?

È dal 1992 che ogni anno viene condannato da una votazione all’ONU che rimane purtroppo lettera morta. Anche quest’anno, esattamente il 22 giugno, 184 paesi hanno nuovamente votato contro questa autentica violazione dei diritti umani, a favore USA e Israele e astenuti Colombia, Brasile e Ucraina. Con la legge Helms-Burton del 1996 il blocco è stato ulteriormente aggravato. Senza dilungarmi troppo, un esempio eclatante. Sono 12 anni che l’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba, assieme a MediCuba Europa, fornisce le dosi di un farmaco antitumorale per curare il cancro osseo infantile. Cuba non può acquistare il principio attivo in quanto è di fabbricazione statunitense. L’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba è nata il 27 aprile 1961, dieci giorni dopo lo sbarco dei mercenari a Playa Giron e fra i fondatori annovera il grande scrittore Italo Calvino e la scrittrice e giornalista Alba de Cespedes (nipote di Carlos Manuel de Cespedes Castillo, che nel 1868 iniziò la prima guerra d’indipendenza dalla Spagna, e figlia di Carlos Manuel de Cespedes de Quesada, ambasciatore in Italia nel 1911). Dagli anni ’90, quelli del duro “periodo especial”, dovuto alla caduta dei Paesi dell’Est, loro partner commerciali, l’Associazione ha collaborato attivamente con Cuba finanziando progetti e collaborazioni, frutto del lavoro volontario da parte dell’ottantina di Circoli sparsi in tutto il territorio nazionale (una decina circa fondati proprio in quest’anno di pandemia e per l’ondata di stima suscitata dalle Brigate Mediche). In quegli anni ci sono stati numerosi tentativi di destabilizzazione, con provocazioni, violazioni di spazio aereo, culminati negli attentati del settembre 1997 a strutture turistiche. Giova ricordare a questo paese di scarsa memoria che nell’attentato del 4 settembre di quell’anno all’hotel Copacabana a L’Avana morì il giovane Fabio di Celmo. Il mandante era Luis Posada Carriles, mafioso, residente a Miami, amico personale della famiglia Bush. Lo stesso che assieme al suo compare Leonardo Bosch orchestrò nell’ottobre 1976 l’attentato all’aereo di Cubana de Aviacion che esplose alle Barbados causando la morte di 76 persone, fra le quali la squadra giovanile di scherma. Bosch e Posada Carriles, in un’intervista, dichiararono che avevano messo la bomba, e allora? In fondo erano morte alcune “negritas” e loro dormivano come bambini. Per la cronaca i due compari sono morti impuniti in quel di Miami. No, Cuba non è solo spiagge vacanziere. Con sforzi enormi non ha chiuso un ospedale, una scuola, ha continuato a garantire assistenza capillare a tutta la popolazione e il minimo vitale garantito. È il paese con la più alta speranza di vita della sua popolazione (80 anni per le donne e 78 per gli uomini) del continente e la mortalità infantile del 4 per mille (inferiore agli USA). Se fosse eliminato il blocco yanqui quante altre possibilità di sviluppo avrebbe! Ha accolto e curato gratuitamente dal 1987 al 2016 bambini e ragazzi di Chernobyl, con anche accompagnatori, presso il complesso di Tararà, località vicino a L’Avana. Ha inviato le proprie missioni mediche nei posti più disagiati del pianeta. In Pakistan, nel 2005, colpito da un terremoto, in Africa, a curare l’Ebola (due medici sono stati rapiti dai terroristi somali nell’aprile del 2019 e non sono ancora stati liberati), nei paesi latinoamericani con missioni come Barrio Adentro, a popolazioni che non avevano mai potuto usufruire di cure mediche, Operacion Milagro (interventi oculistici sempre a popolazioni povere), ad Haiti per il terremoto e l’elenco potrebbe continuare. Missioni gratuite queste. L’unico contratto per i medici cubani è stato con il Brasile quando la presidente Dilma Roussef ha richiesto la loro collaborazione per garantire l’accesso alla sanità a popolazioni povere. È vero che una parte degli stipendi veniva trattenuta ma non certo per “ingordigia di non si sa chi” bensì per destinarla proprio alla sanità pubblica cubana (ospedali, ambulatori, policlinici, medici della famiglia). Bolsonaro ha poi reciso il contratto, privando​ un’ampia fetta di popolazione indigente delle cure mediche. Abbiamo visto i disastri e i morti con la pandemia dovuti alla sua politica scellerata.

Nel marzo dell’anno scorso la Presidenza della nostra Associazione ha inviato una lettera al ministro Speranza comunicandogli la disponibilità da parte della Brigata Medica Henry Reeve d’inviare dei contingenti nel nostro paese. A fine marzo è arrivata una brigata a Crema che ha lasciato un ricordo indelebile nella popolazione. La sindaca, Stefania Bonaldi, nel salutarli alla partenza così si è espressa: “Eravamo naufraghi e ci avete soccorso”. Un altro contingente ha collaborato a Torino che a fine missione li ha salutati con la Mole Antonelliana illuminata con la bandiera cubana e la scritta “Grazie Cuba”. No, non sono stati pagati. Solo il viaggio e vitto e alloggio. Ma il nostro è un paese che ha la memoria di un pesce rosso, per il quale la parola gratitudine non esiste. Cuba è il paese che ha messo a punto il metodo di alfabetizzazione “Yo sì puedo che ha permesso a 5 milioni di persone di 28 paesi del mondo d’imparare a leggere e scrivere. Nel 2006 è stato premiato dall’UNESCO che ne ha riconosciuto l’efficacia. A questo proposito desidero sottolineare che a Cuba sono presenti gli uffici dell’UNESCO, dell’OMS, dell’UNICEF che collaborano con l’isola. Dal 1998 esiste l’ELAM (Scuola di Medicina Latino-Americana) vicino a L’Avana dove studiano gratuitamente giovani privi di mezzi economici, provenienti da paesi latino-americani, ma anche di altri continenti, e dai rioni poveri degli stessi Stati Uniti che sarebbero impossibilitati a pagarsi gli studi. Il loro unico impegno morale, una volta laureati, è quello di garantire le cure proprio a coloro che altrimenti non potrebbero permettersele. Cuba in quest’anno di pandemia è riuscita a creare ben 5 vaccini contro il Covid-19 (accettatidall’OMS), ai quali ha contribuito anche un giovane scienziato italiano, Fabrizio Chiodo, che collabora con l’Istituto Finlay de L’Avana dal 2012 (intervistato da diverse testate giornalistiche italiane). L’anno scorso, come Associazione, abbiamo lanciato una sottoscrizione (conclusa con successo) per il suddetto Istituto al fine di fornire reagenti, vetrini e quant’altro inerente alla ricerca, mentre attualmente siamo impegnati, con altre Associazioni, nella sottoscrizione per fornire siringhe per la vaccinazione antiCovid (iniziata a fine aprile-maggio e che ovviamente continua). Riguardo ad internet, fino al 2006 i collegamenti avvenivano tramite satellite. Costosissimi e lenti. Cuba era impossibilitata ad allacciarsi ai cavi sottomarini statunitensi (ma il blocco non esiste, vero?). Si è poi collegata tramite i cavi del Venezuela e dal 2009 internet è diffuso in tutta l’isola, dapprima privilegiando istituti scientifici, ospedali, posti di lavoro e quindi attraverso zone wi-fi pubbliche aperte a tutti. Oggi i golpe non avvengono in modo cruento, come in Guatemala nel 1954, nel Cile nel 1973, in Argentina nel 1976, con carri armati, militari in assetto di guerra, gente torturata e assassinata. Non servono le School of America, come Fort Benning in Georgia, dove addestrare i torturatori e gli assassini coinvolti nel Plan Condor. Oggi i golpe avvengono mediante giudici corrotti, come in Brasile contro la Roussef e l’incarceramento di Lula, poi dopo due anni, completamente scagionato, o come in Bolivia, con golpisti trafficanti e mafiosi che si autoproclamano, oppure attraverso l’uso dei social e delle fake- news, con il complice appoggio dei media internazionali. Nel 2004 negli USA è stato varato il piano Bush in funzione anticubana e per tentare di frenare l’Alba (Alternativa Bolivariana per i paesi dell’America Latina). In seguito nel 2005, il Dipartimento di Stato USA ha stanziato milioni di dollari per addomesticare l’informazione attraverso il CIMA (Centro per l’Assistenza ai Media Internazionali) destinati ad oltre 70 Paesi. Tali finanziamenti sono continuati anche con la presidenza Obama, rifinanziati con Trump e ulteriormente aumentati in questi pochi mesi della presidenza Biden. ​

E’ questa la chiara risposta al cambio di linea editoriale di tante testate giornalistiche e la diffusione di attuali fake-news, come si è visto in questi giorni quando una foto di una manifestazione ad Alessandria d’Egitto del 2011, durante le cosiddette “primavere arabe”, è stata spacciata per una protesta “sul Malecon de L’Avana”, tanto per fare un esempio eclatante, ma ce ne sarebbero altri. Strano che i giornali e le tivù tacciano vergognosamente sulle violenze e le repressioni in Colombia che hanno causato morti e feriti, come sulle proteste contro Bolsonaro che stanno infiammando il Brasile! I proverbiali due pesi e due misure dell’informazione e non solo italiana.