L’udienza odierna, che ha inizio alle ore 9:30, prevede la esposizione della sesta parte della requisitoria del pm.
La sostituta Laura Longo riprende la trattazione degli elementi soggettivi del reato, soffermandosi in massima parte sulla consapevolezza del pericolo per l’incolumità pubblica derivante dall’omissione dolosa delle cautele antinfortunistiche, specificando nei dettagli le motivazioni per cui – nel nostro caso – ricorrono le motivazioni per addebitarli tutti agli imputati.
Successivamente sarà il procuratore Raffaele Guariniello a far luce sui differenti livelli di responsabilità, circa gli infortuni sul lavoro, dei diversi dirigenti delle aziende; lo fa seguendo il dettato della Legge 626/94 – che all’epoca dei tragici fatti era la legge che regolava la materia della sicurezza sui posti di lavoro – e delle sentenze pregresse della Corte di Cassazione, compresa la recentissima numero 38991 del 4 novembre 2010 che stabilisce che l’intero cda dell’azienda è responsabile per le conseguenze (nel caso specifico la morte, per tumore da esposizione all’amianto, di undici operai alla Montefibre di Verbania) derivate dal mancato rispetto delle norme di sicurezza: questo anche se nominalmente il responsabile fosse soltanto uno di loro delegato all’uopo.
Appare utile ricordare che gli imputati erano perfettamente a conoscenza del fatto che il piano di sicurezza della Thyssenkrupp era carente e che occorreva – per ottenere il certificato di prevenzione incendi – attuare diversi interventi, tra i quali l’installazione di un impianto automatico di spegnimento incendi: nonostante questo, gli stessi non avevano provveduto ad attuare gli interventi necessari, chiedendo continue proroghe fino al dicembre 2007 (infatti il certificato prevenzione incendi l’azienda lo otterrà soltanto nel gennaio 2008).
Questo assassini sapevano benissimo che c’era alto rischio di propagazione di un incendio di grandi dimensioni: a fronte di ciò – per risparmiare poche migliaia di Euro – non hanno fatto nulla per contrastarlo, procrastinando in maniera criminale gli interventi necessari alla messa in sicurezza degli impianti; questo nonostante, nel 2002, si fosse sviluppato – presso il laminatoio Senzimir 62 – un incendio durato tre giorni, a seguito del quale l’allora ad della Thyssenkrupp Acciai Speciali Terni è stato condannato con sentenza definitiva per la mancanza di un impianto di spegnimento automatico degli incendi.
La prossima udienza è calendarizzata per martedì 23 novembre, mentre salta quella di mercoledì 1° dicembre.
Torino, 17 novembre 2010
Stefano Ghio – Rete sicurezza Torino