Samo v Rimu provokatorji proti gibanju

Po vsem svetu so stotisoči mladih demonstrirali proti kapitalu in finančnim špekulantom, za drugačen svet. Mirno in dostojanstveno. Tudi v Ljubljani in Kopru. Le v Rimu je skupina “črnih”, dobro izvežbanih provokatorjev, povzročila val nasilja na trgu Sv.Janeza v Lateranu, da bi “umazala” demonstacijo in ji odvzela revolucionarni naboj, v korist Berlusconiju in desnice, ki si mane roke. Objavljamo pričevanje tržaškega sindikalista, zdravnika Piera Brovedanija, ki je bil priča dogodkom. 

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Ero a Roma il 15 ottobre.
  Ho visto la sinistra in piazza, decine di migliaia di persone, tantissimi giovani come mai negli ultimi anni. Indignati, operai, disoccupati, studenti, donne, migranti, antagonisti, pacifisti, femministe, sindacalisti, valsusini, referendari, incazzati, cani sciolti, disabili in carrozzella, precari, lavoratori organizzati, lavoratori licenziati, giovani di centri sociali, anarchici, comunisti. Tutti a volto scoperto al sole a gridare la loro rabbia con striscioni, cartelli, bandiere.
  Ho visto qualche centinaio di incappucciati neri, travisati anche ai nostri occhi – agli occhi dei compagni -, muti, niente slogan, niente striscioni, niente bandiere.
  Ho visto le donne e gli uomini di Valsusa (le bandiere bianche e rosse al vento) fermarsi, girarsi e urlare al plotone di neri incappucciati di andare via. “ Non vi vogliamo, non ci rappresentate!”. Sono stati spintonati. Ho fotografato.
  Ho visto un nero incappucciato venire verso di me. “No foto!” “?!” “Per la privacy” . Dice proprio così, burocraticamente, “privacy”,  in un corteo di trecentomila persone. Mi viene istintivo: “Sei così imbecille da pensare che le mie foto amatoriali vi possano identificare? Avrete almeno una decina di infiltrati tra di voi!” Sono stato incosciente (ma perché dovrei aver paura in un corteo di compagni?). Il nero è interdetto, si gira e se ne va gridandomi qualcosa. Decine di persone ai lati continuano a fotografare.
  Ho visto un fumo dietro a noi, in via Cavour. Hanno bruciato un negozio di alimenti per animali. Vedo il corteo andare avanti, cercando di aggirare l’incendio. Bruciare un negozio di alimenti per cani, non avendo la Goldman Sachs a portata di mano, è stupido. Farlo sapendo di mettere a repentaglio la sicurezza di migliaia di persone impreparate è criminale. Farlo sapendo che ci sarà quasi sicuramente la reazione della polizia nel ventre molle del corteo è cinicamente irresponsabile.
  Ho visto qualcuno gridare dall’alto di una balaustra ai neri incappucciati: “Andate via!” I neri si fermano e con le mani tese, le dita a pistola,  lo minacciano. Dietro a me lo striscione dei Cobas ondeggia. Le compagne e i compagni urlano “Via! Fuori! Andatevene! Non vi vogliamo!” I neri incappucciati si girano. Vedo occhi sorpresi, quasi smarriti, da dietro le maschere i cappucci e i caschi. Muti, non uno slogan, basiti, si stringono l’un l’altro. I compagni alzano il pugno e iniziano a cantare Bella ciao. I neri sono attoniti, vengono sospinti dallo striscione che avanza con i pugni tesi e le bandiere rosse.
  Ho visto un fumo davanti a me, verso S. Giovanni. Andiamo avanti lo stesso.
  Ho visto improvvisamente sbucare da una laterale una pantera ed una camionetta, poi cellulari blindati a tutta velocità. E’ un miracolo che qualcuno non finisca sotto. Fuggi fuggi generale – siamo il ventre molle del corteo, appunto. I neri incappucciati sono svaniti. Torno indietro, so che a S. Giovanni non si arriva e cerco di avvisare chi vi si dirige ancora ignaro.
  Ho visto la frustrazione, l’impotenza e la rabbia di chi voleva ancora manifestare. Tre incappucciati con la maschera vengo presi a insulti e sputi. Qualcuna gli strappa la sciarpa “Fatti vedere vigliacco!” Appare un viso di ragazzo, il viso paonazzo,  spaventato, muto. Un compagno anziano lo protegge, ma gli altri continuano a gridargli “fascista!” Sono i giovani i più incazzati. E’ quasi una caccia all’uomo, via le maschere, via i caschi.
  Ho visto finalmente lo spezzone della FIOM, era in fondo al corteo. Servizio d’ordine come ai vecchi tempi, con cordoni laterali, l’asta delle bandiere serrate in mano. Avviso che non si passa. Sì lo sappiamo. Si devia attraverso il parco, verso piazza Vittorio Emanuele. Da un palco improvvisato sul camioncino Landini chiude il corteo. Grazie compagni. La mobilitazione prosegue. Marchionne non si ferma mica per qualche auto bruciata Ancora manifestazione a Roma il 20 ottobre, venerdì prossimo. Ma questo corteo, dice, è stata rovinato da mille coglioni. 
  Ma chi sono questi neri incappucciati? Afasici come militari. Senza slogan. Senza bandiere. Senza volto. Tutti vestiti di nero. 
  Non credo siano dei nostri.
 
Bandiera nera la vogliamo no
Perché l’è il simbolo della galera,
bandiera nera la vogliamo no.
Bandiera rossa la vogliamo sì
Perché l’è il simbolo della riscossa
Bandiera rossa la vogliamo sì