Strage davanti ad una scuola a Brindisi

Brindisi, Italia, 19 maggio 2012. Una bomba scoppia davanti ad una scuola, muore una ragazza, Melissa, tantissimi i feriti. Domenica sera presidio in piazza Unità!
Bombe alle scuole. Come non ricordare che a Trieste la scuola elementare slovena di San Giovanni fu due volte oggetto di attentati, nel 1969 e nel 1974, nel 1969 avrebbe dovuto esplodere all’ora di uscita ed avrebbe fatto una strage, ma il dispositivo era difettoso e non accadde nulla. Nel 1974 la bomba esplose, ma di sera, quando la scuola era vuota.

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nessuna tragedia, solo paura.

oggi a Brindisi invece l’incubo, la tragedia, la morte di giovani vite innocenti stroncate, uccidere i bambini, i giovani, significa uccidere il futuro.

Perché questa bomba, perché in una scuola, perché in una scuola intitolata ai magistrati Morvillo e Falcone, assassinati dalla mafia?

Circa un mese fa abbiamo denunciato, il compagno Marco Barone ed io, la possibilità di una nuova strategia della tensione, in base ad una lettera di minacce recapitata alla Rai di Genova.

(si veda qui http://baronemarco.blogspot.it/2012/04/minacce-di-attentati-ai-politici-ecco.html

e qui http://www.nuovaalabarda.org/leggi-articolo-i_nove_italiani_nove..php).

Marco ha poi lanciato altri segnali d’allarme dal suo blog, visto che in maggio (mese identificato come a rischio, e la cosa si è purtroppo avverata) c’è stato quello strano incidente che ha coinvolto un pullman di carabinieri in congedo, l’attentato ad Adinolfi (guarda caso a Genova), e tutta l’escalation relativamente agli “anarchici insurrezionalisti”, la criminalizzazione dei movimenti (il notav in primo luogo), la devastazione di un centro sociale in Calabria e via dicendo.

Una nuova strategia della tensione si sta preparando, abbiamo pensato, ne abbiamo parlato, siamo stati tacciati di visionari e numerologisti.

Segnali d’allarme, abbiamo detto, qui c’entra la mafia, c’entrano i poteri occulti, viviamo un momento in cui c’è necessità di riorganizzare certi equilibri, il capitalismo è in crisi, se dovessero sorgere dei movimenti di ribellione non si sa come potrebbe reagire il potere.

L’abbiamo visto, un modo di reagire. Un mese fa ero preoccupata, ora piango non solo per quelle giovani vite cui è stato tolto il futuro, per la disperazione delle loro famiglie e dei loro amici, ma anche perché sono ancora convinta che si sarebbe potuto fare qualcosa.

Strategia della tensione, come nel 1969, come nel 1974, come nel 1992. Mafia, fascisti, logge occulte, servizi deviati, chissà.

Una ragazza e’ morta oggi: quali tragedie dovremo ancora subire?

Non voltate la testa, per piacere. Abbiamo bisogno di una nuova resistenza, abbiamo bisogno di parlare e di capire, di denunciare e di muoverci, di ragionare e di opporci ad un progetto che vuole la morte civile di questo Paese.

 

Con dolore, da Trieste

Claudia Cernigoi