PdCI di Udine sul “caso Pomigliano”

Il Partito dei Comunisti Italiani esprime piena solidarietà nei confronti dei lavoratori di Pomigliano d’Arco che non intendono sottomettersi al ricatto a cui vengono sottoposti dalla Fiat: lavoro contro diritti.

 

Non è una scelta fra due opzioni è un vero e proprio diktat, senza appello, su cui si chiede un referendum, spacciandolo per esercizio di democrazia, mentre quando lo rivendica la Fiom, esso diventa pretestuoso!

La vicenda di Pomigliano chiude il cerchio di una serie di attacchi ai principi fondanti la vita sociale, istituzionale e politica del nostro Paese, dal dopoguerra in poi.

Di più il ricatto della Fiat chiude l’epoca delle relazioni tra le ragioni dei lavoratori e  le ragioni dell’impresa, relazioni fatte di conflitti, negoziazioni e ricomposizioni frutto di dialettica, confronto e di regole concordate.

Lo scontro in atto assolutizza le ragioni dell’impresa, pone un’accelerazione brusca a tutti i processi disgregativi in atto nel nostro Paese.

Solo una classe politica dirigente di irresponsabili come l’attuale  può plaudire ad un tale drammatico passaggio.

Solo un’opposizione pusillanime e balbettante può pensare di circoscrivere quanto accade a Pomigliano ad una mera questione sindacale e contingente sospensiva di tutele e diritti che sono di tutti.

Solo organizzazioni sindacali dimentiche del loro ruolo possono sottoscrivere un “accordo” quale quello proposto dalla Fiat.

Solo una classe imprenditoriale predatoria può pensare di risolvere le difficoltà economiche comprimendo salari, diritti e tutele.

Solo la solidarietà alle ragioni dei lavoratori che oggi si battono contro un simile schieramento di forze può costruire la premessa per ridare a tutti una prospettiva di emancipazione economica, civile, politica e morale.

 

Udine; 20 giugno 2010