Lo sloveno nelle scuole italiane: le posizioni della sinistra

Sulla questione dell’insegnamento della lingua slovena nelle scuole italiane della fascia confinaria della nostra regione i giornali hanno pubblicato in questi giorni le posiyioni convergenti di Igor Kocijančič, capogruppo della Sinistra A. al consiglio re4gionale del FVG e del segretario regionale del PdCI Stojan Spetič. 

 

Stojan Spetič, segretario regionale del PdCI

La questione dell’insegnamento della lingua slovena nelle scuole italiane, maldestramente sollevata dal segretario dell’ Unione slovena avv. Damijan Terpin, è una questione troppo seria per essere lasciata soltanto alle sterili polemiche politiche prive del senso della prospettiva futura e dello sviluppo delle nostre terre in un contesto di integrazione europea accelerata dalla caduta dei confini.
    La nostra regione ha istituzioni culturali come le facoltà di educazione primaria delle università di Trieste ed Udine in grado di progettare questi sviluppi futuri. Una legge regionale incentiva inoltre l’insegnamento della lingua del vicino.
    E’ indubbio che è in crescita la domanda di conoscenza della lingua del vicino di casa anche per le implicazioni che riguardano le possibilità imprenditoriali, di lavoro e di insediamento abitativo nell’area allargata oltre quella che fu una frontiera. E sarebbe ingiusto che a tale domanda debbano supplire soltanto le scuole con lingua d’insegnamento slovena.
    L’insegnamento della lingua del vicino nelle scuole dell’obbligo sarebbe certamente un passo importante, specie se accompagnato da una crescente collaborazione tra le scuole della maggioranza e della minoranza. Già esistono casi lodevoli di cooperazione tra scuole dell’obbligo slovene ed italiane, come nella zona di Cattinara e Melara. Così succede da anni in Istria dove l’italiano viene considerato »lingua d’ambiente« anche per sottolineare la sua storica presenza in quest’area. Qualcosa di simile da tempo immemore accade nella Carinzia meridionale austriaca.
    Personalmente sono convinto che alla fine del percorso che probabilmente durerà decenni si arriverà a costituire scuole uniche bilingui, più o meno simili a quella operante in via sperimentale a San Pietro del Natisone, fucina di una cultura della convivenza nella conoscenza.

                                Stojan Spetič,
                        segretario regionale del PdCI